Cantieri aperti, stadi non ancora terminati: il Mondiale in Brasile è alle porte, ma lo Stato sudamericano non è ancora pronto. E le critiche arrivano pure da Ronaldo, il Fenomeno, che per la prima volta apertamente critica i suoi connazionali:
“Sono imbarazzato e provo vergogna per l’immagine che il Brasile dà di sé. E’ un dispiacere sentire le lamentele di chi viene da fuori. Provo vergogna per i ritardi nella consegna degli stadi e negli altri cantieri. Mi dispiace che il mio Paese faccia una figura del genere. Ma non possiamo dimenticarci che il Brasile non era certo un paradiso nemmeno prima”.
L’ex attaccante di Inter e Real Madrid ci va giù pesante:
“Gli stadi saranno sicuramente terminati. Purtroppo, i problemi più seri sono legati a tutte quelle opere strutturali che il Mondiale avrebbe dovuto lasciare in eredità alla gente”.
Ronaldo fa parte del comitato organizzatore e, alcuni giorni fa, aveva dovuto subire l’attacco del connazionale (e scrittore) Paulo Coelho, schieratosi apertamente dalla parte di chi protesta per lo sperpero di denaro in vista dei Mondiali invece di utilizzare quei soldi per migliorare il sistema educativo e sanitario del Brasile:
“E’ uno scempio. Ai brasiliani non resterà nulla. Le premesse erano altre e Ronaldo ha dimostrato di essere un imbecille”.
Coelho ha anche annunciato di voler boicottare i Mondiali. Ronaldo, ora, risponde anche al suo connazionale:
“Mi è sembrata una mancanza di rispetto tremenda. Un’offesa gratuita e maleducata, che sinceramente mi ha fatto perdere l’ammirazione che nutrivo nei suoi confronti. Coelho non sa di cosa parla. Ormai chiunque è abituato a far prendere aria ai denti”.
Fatto sta che il Brasile restano ancora da ultimare tre stadi su 12, tra cui l’Arena Itaquera di San Paolo, dove si svolgerà la partita inaugurale tra Brasile e Croazia. Si corre contro il tempo per ultimare le tribune provvisorie. E ancora: gli unici aeroporti in cui sono stati terminati i lavoratori di adeguamento sono quelli di San Paolo e Salvador; una cinquantina di progetti di viabilità e riqualificazione urbana sono stati rimandati o cancellati. A fronte dei 10 miliardi stanziati.
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